Semplificare il riconoscimento delle procedure di fallimento straniere

Berna. Il Consiglio federale intende modernizzare il diritto in materia di fallimento internazionale, semplificando le condizioni e la procedura per il riconoscimento dei decreti di fallimento e dei concordati stranieri. A tal fine, mercoledì ha posto in consultazione la necessaria revisione di legge.

Il diritto in materia di fallimenti internazionali disciplina il riconoscimento delle procedure di fallimento straniere in Svizzera. Le vigenti condizioni di riconoscimento, disciplinate nella legge federale sul diritto internazionale privato (LDIP), si sono rivelate in parte problematiche nella prassi. La revisione si propone di colmare tali lacune.

Il riconoscimento agevolato è nell’interesse dei creditori svizzeri e stranieri

In linea di massima, i decreti di fallimento stranieri non producono alcun effetto in Svizzera: è possibile accedere al patrimonio situato in Svizzera di un debitore soltanto dopo il riconoscimento del decreto straniero. Sono riconosciuti soltanto i decreti di Paesi che riconoscono a loro volta le procedure fallimentari svizzere. Il riconoscimento sfocia obbligatoriamente nell’apertura di una procedura fallimentare svizzera.

Questo sistema non si è rivelato efficace nella prassi. Le attuali restrittive condizioni di riconoscimento, in particolare il requisito della reciprocità, ritardano o impediscono il riconoscimento di decisioni di fallimento straniere, il che lede gli interessi dei creditori svizzeri e stranieri. A causa del mancato riconoscimento, infatti, taluni creditori possono essere soddisfatti sul patrimonio del debitore a detrimento di tutti gli altri. Inoltre si giunge a situazioni insoddisfacenti, con il debitore che si trova in fallimento in un Paese e conserva il diritto di disporre in un altro. Il riconoscimento semplificato è pertanto nell’interesse di tutte le persone coinvolte, sia dei creditori (in Svizzera e all’estero) sia del debitore.

Procedura di riconoscimento semplificata

Secondo il diritto vigente, il riconoscimento di un decreto di fallimento straniero implica obbligatoriamente una procedura ancillare in Svizzera. Lo scopo è di privilegiare determinati creditori indigeni. Tale procedura è risultata cagionare costi talvolta sproporzionati all’atto pratico. La procedura ancillare intende tutelare i creditori garantiti da pegno e quelli privilegiati residenti in Svizzera. Spesso non esistono tuttavia creditori di questo tipo. In questi casi l’obbligo di eseguire la procedura non ha senso. Ecco perché la procedura ancillare non sarà più eseguita in tutti i casi, bensì soltanto se in Svizzera vi sono creditori bisognosi di protezione.

Per aumentare l’efficienza procedurale, l’avamprogetto migliora il coordinamento tra la procedura ancillare e quella di fallimento nel foro della succursale. In futuro quest’ultima potrà essere chiesta solo fino all’istanza di riconoscimento del decreto di fallimento.

La revisione tiene conto delle crescenti interdipendenze economiche internazionali, permettendo un miglior coordinamento tra le procedure svizzere ed estere correlate. Nel settore bancario le modifiche proposte sono a grandi linee in vigore già dal 2011.

La consultazione relativa alla revisione della legge federale sul diritto internazionale privato (LDIP) si concluderà il 5 febbraio 2016.

Ultima modifica 14.10.2015

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