«Hate speech» in politica: tavola rotonda con la consigliera federale Elisabeth Baume-Schneider

Berna, 11.12.2023 - L'11 dicembre 2023, la consigliera federale Elisabeth Baume-Schneider ha incontrato rappresentanti di partiti, autorità di sicurezza, Cantoni e Comuni nonché della società civile per discutere dell'incitamento all'odio nella politica svizzera dopo che negli ultimi mesi si sono moltiplicate le manifestazioni di ostilità nei confronti di esponenti del mondo politico. I presenti si sono detti allarmati per l'odio e il suo impatto sulla democrazia di milizia svizzera. La consigliera federale Baume-Schneider ribadisce che nessuno dovrebbe provare paura nell'esercizio della propria carica politica.

Le numerose minacce e aggressioni nei confronti di donne e uomini in politica lo dimostrano: i discorsi d'odio sono un problema nel mondo politico svizzero. Per determinarne la portata e discutere la necessità di un'azione politica, la consigliera federale Elisabeth Baume-Schneider ha indetto la tavola rotonda «Hate Speech in Politics» con una trentina di rappresentanti di partiti, autorità di sicurezza, associazioni, università e organizzazioni della società civile, tutti riuniti a Berna l'11 dicembre.

La consigliera federale Baume-Schneider ha colto l'occasione per sottolineare i limiti della libertà di espressione ricordando che l'incitamento all'odio è contrario ai valori di una società liberale e democratica. Ha illustrato come l'odio è spesso seminato con l'intento di estromettere taluni individui o gruppi dal dibattito pubblico e ha quindi ribadito che la società deve opporsi a queste manovre perché nessuno dovrebbe provare paura nell'esercizio della propria carica politica.

L'odio continua a dilagare anche a pandemia finita

Dalla discussione è emerso che, sebbene la polizia registri meno manifestazioni di ostilità dopo la pandemia, i modi restano brutali e violenti. L'odio continua a dilagare. Lo dimostrano le cifre rilevate dall'Ufficio federale di polizia (fedpol), incaricato di proteggere i magistrati e i politici federali. Lo fa notare la direttrice di fedpol Nicoletta della Valle, che ricorda l'elevato numero di casi non segnalati.

Anche chi ricopre cariche pubbliche cantonali o comunali è spesso bersaglio di odio. Stando agli esperti presenti, l'odio a questi livelli statali assume talvolta altre forme, ma l'impatto è altrettanto grave, tanto per i diretti interessati quanto per le istituzioni; è anche più frequente che le vittime non ricevano sostegno.

Nel rapporto del 15 novembre 2023 in adempimento del postulato «Discorsi di odio. Ci sono lacune nella legislazione?», il Consiglio federale aveva già constatato che l'incitamento all'odio non mette a rischio soltanto le persone, ma anche le istituzioni e il dialogo democratico. L'odio e le minacce potrebbero indurre le persone attive in politica a ritirarsi dal dibattito politico o scoraggiare i cittadini interessati a esercitare una pubblica funzione.

Studio di riferimento per migliorare la prevenzione

Mentre il fenomeno è già stato approfondito in numerosi Paesi europei, in Svizzera sono ancora pochi gli studi scientifici in materia. Per colmare questa lacuna e sviluppare le basi per la prevenzione ed eventuali ulteriori misure politiche, il Dipartimento federale di giustizia e polizia ha commissionato all'Università di Zurigo uno studio sulle manifestazioni di ostilità nei confronti di esponenti politici in Svizzera. Il documento integrerà anche quanto discusso in occasione della tavola rotonda.

Per contrastare il fenomeno ora s'intende esaminare anche la possibilità di intensificare le attività d'informazione e di prevenzione della violenza su scala federale, cantonale e comunale. Stando agli esperti, la situazione dovrebbe distendersi disciplinando più severamente le piattaforme di comunicazione come Facebook, «X», Google e YouTube. È in corso l'elaborazione di un pertinente progetto da porre in consultazione.


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Ultima modifica 06.02.2024

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