Iniziativa popolare "Per la protezione dalla violenza perpetrata con le armi"

Berna, 13.02.2011 - La consigliera federale Simonetta Sommaruga si esprime in merito all'esito della votazione. Vale il testo parlato.

Care concitadine, cari concitadini,

Sebbene il responso delle urne sia stato sfavorevole all'iniziativa «per la protezione dalla violenza perpetrata con le armi», chi vive in Svizzera è comunque protetto da questo tipo di violenza: resta infatti in vigore l'attuale diritto in materia di armi con il suo sistema di permessi e controlli.

Riassumo brevemente le principali regole di tale sistema:

Oggi può detenere un'arma soltanto chi adempie i requisiti legali - e le verifiche della polizia in merito sono minuziose. L'accesso alle armi è precluso a chi ha subito una pena detentiva o varie pene pecuniarie, a chi ha espresso minacce nei confronti di qualcuno e a chi non ha ancora raggiunto la maggiore età o è stato interdetto.

I nomi dei venditori e degli acquirenti di armi e i dati sull'arma sono registrati in una banca dati della polizia cantonale, che quindi conosce il proprietario di ogni arma. La polizia conosce pure gli individui cui l'arma è stata negata o ritirata. Tali dati sono registrati in una banca dati centrale dell'Ufficio federale di polizia.

Dal 2007 i militari svizzeri non tengono più in casa munizione da tasca e, dal 1° gennaio 2010, possono depositare l'arma in arsenale quando non sono in servizio. I congedati che desiderano conservare l'arma devono richiedere un permesso d'acquisto di armi facendosi controllare e registrare dalla polizia.

Tutti questi provvedimenti restrittivi contribuiscono a ridurre gli abusi e si sono già tradotti in un calo del numero di armi militari che ogni anno passano in mani private: nel 2004 le armi rilevate dai militari congedati erano 32 000; nel 2010, anno in cui sono entrate in vigore le nuove disposizioni, tale cifra è scesa a 3100.

Negli ultimi anni il Consiglio federale e il Parlamento hanno quindi progressivamente innalzato l'asticella per l'accesso alle armi procedendo altresì a perfezionare i controlli - anche dopo il lancio dell'iniziativa tre anni or sono. M'impegnerò affinché possiamo continuare a potenziare in modo mirato la protezione dalla violenza a mano armata.

Tra poche settimane, presumibilmente per fine aprile, sottoporrò al Consiglio federale alcune modifiche del diritto in materia: sarà più facile risalire alla provenienza delle armi grazie a contrassegni aggiuntivi e a uno scambio d'informazioni intensificato con gli Stati extra Schengen.

I Cantoni dal canto loro hanno annunciato una rapida armonizzazione dei sistemi d'informazione cantonali. Mi rallegro di tale progetto, che seguirò con attenzione. Se dovesse arenarsi, interverrò nei limiti delle mie possibilità perché è indispensabile che i Cantoni beneficino quanto prima di un accesso online reciproco ai rispettivi registri sulle armi.
In proposito tengo a segnalare che, a partire da maggio, le polizie cantonali potranno accedere online alle banche dati centrali dell'Ufficio federale di polizia.

In generale ritengo particolarmente importante l'impiego coerente ed esaustivo degli strumenti a nostra disposizione.

In tale contesto sono chiamati ad agire gli agenti di polizia, ma anche i militari: hanno il delicato compito e la responsabilità di dare prova di vigilanza nell'individuare in tempo i potenziali focolai di violenza e nel confiscare le armi o nel negare il porto d'armi.

Ciascuno può comunque contribuire alla protezione dalle armi. I militari possono depositare l'arma personale all'arsenale quando sono fuori servizio: non vi sono ragioni di ordine militare per tenere l'arma in casa. Anche chi ha armi in eccesso o in disuso fa bene a consegnarle alla polizia, gratuitamente e senza formalità. Sfruttate le possibilità offerte, consegnate l'arma - perché su questo il Consiglio federale e i fautori concordano perfettamente: meno sono le armi da fuoco in circolazione, meno saranno gli omicidi e i suicidi.

Vi ringrazio dell'attenzione.


Indirizzo cui rivolgere domande

Servizio di comunicazione DFGP, T +41 58 462 18 18



Pubblicato da

Dipartimento federale di giustizia e polizia
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Ultima modifica 18.12.2023

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