Dichiarazione del Consiglio federale

Votazione del 13 febbraio 2011, Iniziativa popolare "Per la protezione dalla violenza perpetrata con le armi"

Care concittadine, cari concittadini

La nostra Costituzione esige che lo Stato protegga la popolazione svizzera dall’uso abusivo di armi. Infatti, dal 1999 la legge sulle armi limita l’accesso alle armi e alle munizioni. Negli ultimi anni il Consiglio federale e il Parlamento hanno progressivamente esteso le pertinenti disposizioni legali. In questo modo è stato possibile migliorare costantemente la protezione contro la violenza commessa con le armi.

Oggigiorno ha accesso a un’arma soltanto chi soddisfa i requisiti legali. La polizia s’incarica di verificare l’adempimento di tali requisiti. Non ottiene un’arma chi è iscritto nel casellario giudiziale per una pena detentiva o più pene pecuniarie, chi ha minacciato una persona con un’arma o chi è minorenne.

La polizia cantonale registra in una banca dati il nome di chi ha acquistato o possiede un’arma, assieme alle indicazioni sull’arma, ed è quindi in grado di risalire ai proprietari e alle armi. Sa anche a chi è stata rifiutata un’arma o chi ha dovuto riconsegnarla definitivamente. Le due ultime informazioni sono registrate presso l’Ufficio federale di polizia.

Inoltre, dalla fine del 2007 i militari non possono più portare a casa la munizione da tasca e dal 1° gennaio 2010 possono depositare la loro arma all’arsenale quando non sono in servizio. Chi invece vuole tenere la sua arma anche una volta terminato l’obbligo militare, deve chiedere un permesso d’acquisto di armi e farsi controllare e registrare dalla polizia.

Tutte queste misure contribuiscono a ridurre il rischio degli usi abusivi. Dalle statistiche emerge che con l’entrata in vigore della legge sulle armi, il numero complessivo di decessi in seguito all’uso di un’arma da fuoco è chiaramente diminuito. Lo stesso vale per il numero di suicidi compiuti con armi da fuoco. Infatti, le cifre in questione si sono quasi dimezzate.

Il 13 febbraio votiamo sull’iniziativa popolare "Per la protezione dalla violenza perpetrata con le armi". Tale iniziativa è stata lanciata nel 2007, quindi ancora prima che entrassero in vigore le ultime disposizioni più restrittive in materia di armi.

Tra l’altro l’iniziativa chiede:

  • primo, di limitare l’accesso alle armi da fuoco con l’introduzione di una prova della necessità e delle capacità in sostituzione dell’attuale sistema di autorizzazione;
  • secondo, la gestione del registro delle armi da parte della Confederazione invece che da parte dei Cantoni;
  • terzo, il sostegno della Confederazione ai Cantoni in occasione delle azioni di riconsegna delle armi da fuoco;
  • e quarto, la custodia delle armi militari personali in locali sicuri dell’esercito anche al di fuori del servizio militare.

Come nel diritto vigente anche l’iniziativa non prevede quindi un divieto assoluto di porto d’armi ma mira a ridurre il rischio dell’uso abusivo di armi da fuoco. Intende inoltre sostituire l’attuale sistema di autorizzazione e di controllo con un altro sistema.

L’iniziativa chiede dunque un cambiamento di sistema, ma non può garantire che il numero delle armi in circolazione e il loro uso abusivo continui effettivamente a diminuire. L’iniziativa crea aspettative che non può soddisfare.

Care concittadine, cari concittadini, in questo caso non esistono soluzioni semplici, nemmeno con l’iniziativa. Posso però assicurarvi che m’impegnerò affinché il sistema attuale e le misure volte a proteggere la popolazione dall’uso abusivo di armi vengano costantemente migliorati. A questo proposito è però importante continuare sulla strada percorsa finora.

Per questi motivi il Consiglio federale e una netta maggioranza del Parlamento vi raccomandano di respingere l’iniziativa popolare "Per la protezione dalla violenza perpetrata con le armi" su cui siamo chiamati a votare il 13 febbraio.
Vi ringrazio dell’attenzione.

Ultima modifica 27.01.2011

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