La Svizzera e l’Ucraina consolidano le relazioni bilaterali

Il rafforzamento delle relazioni bilaterali, l’aiuto svizzero all’Ucraina, gli sforzi necessari per tutelare la pace nel Paese e il consolidamento della cooperazione nel campo della migrazione sono stati i temi centrali dei colloqui che il consigliere federale Didier Burkhalter ha svolto mercoledì a Kiev, durante il secondo giorno della sua visita in Ucraina. Il capo del DFAE ha incontrato il presidente Petro Poroshenko, il ministro degli esteri Pavlo Klimkin, il ministro per i territori temporaneamente occupati e gli sfollati Vadym Chernysh e vari rappresentanti della società civile ucraina.

"La Svizzera sostiene l’Ucraina da oltre 20 anni attraverso la cooperazione tecnica e continuerà a farlo", ha affermato il capo del Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE) che, martedì, ha visitato alcuni progetti umanitari svizzeri destinati a rafforzare le capacità mediche e a migliorare la depurazione dell’acqua potabile distribuita a circa 4 milioni di persone che vivono sui due lati della linea di contatto che separa le comunità in Ucraina. Nonostante le importanti riforme già attuate, l’Ucraina deve incrementare gli sforzi per consolidare la democrazia, sostenere la decentralizzazione e ridurre la corruzione, ha dichiarato il consigliere federale Didier Burkhalter, aggiungendo che sarebbe auspicabile incoraggiare i contatti tra gli Ucraini che vivono nel territorio in mano al Governo e coloro che risiedono oltre la linea di contatto, nelle zone non più controllate da Kiev. La Svizzera si aspetta dall’Ucraina progressi in ambito politico che portino riconciliazione e pace in questo Paese di oltre 40 milioni di abitanti dilaniato da un conflitto sanguinoso che continua a mietere vittime.

Al termine dell’incontro con il ministro degli esteri Pavlo Klimkin, il consigliere federale Didier Burkhalter ha firmato due accordi con l’Ucraina negoziati dal Dipartimento federale di giustizia e polizia (DFGP), che intensificano la cooperazione in campo migratorio. L’accordo di riammissione semplifica la procedura di rientro in Ucraina delle persone che devono lasciare il territorio svizzero.

L’accordo bilaterale di facilitazione nel campo dei visti, firmato mercoledì a Kiev, riduce invece, per alcune categorie di persone, il numero di mezzi di prova da fornire per giustificare lo scopo del viaggio, fissa criteri semplificati per ottenere visti multipli, snellisce la procedura e abbatte i costi per l’ottenimento di un visto. Entrerà in vigore dopo la ratifica da parte delle parti contraenti e si applicherà solo ai titolari di passaporti ucraini non biometrici.

Dall’11 giugno 2017, infatti, i cittadini ucraini con passaporto biometrico non dovranno più richiedere un visto per i soggiorni nello spazio Schengen inferiori a 90 giorni per un periodo totale di 180 giorni. Il Consiglio federale ha approvato, il 2 giugno 2017, la modifica della relativa ordinanza sull’entrata e il rilascio dei visti, riprendendo così il regolamento, approvato dal Consiglio e dal Parlamento europei, che costituisce uno sviluppo dell'acquis di Schengen.

L’obbligo di un visto rimane per esercitare un’attività lucrativa.

Documentazione

Ultima modifica 07.06.2017

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